Non si attenua il gap di genere in cucina

Non si attenua il gap di genere in cucina

Cucinare in Italia è una ‘cosa da donne’ e la suddivisione delle incombenze domestiche con il partner è ancora molto lontana.

Secondo l’anteprima del rapporto Coldiretti/Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”, la dimensione di genere continua ad essere molto importante in cucina: cucinare nel quotidiano è incombenza tipicamente femminile poiché cucinano sempre quasi 20 milioni di donne (77,1%) di contro – spiegano Coldiretti/Censis  – a 3,2 milioni di maschi (13,8%). In termini percentuali emerge che cucinano: spesso il 38,8% dei maschi di contro al 16,1% delle donne; qualche volta il 24,8% degli uomini di contro a poco più del 4,6% delle donne; raramente il 14,1% di uomini e il 2,1% di donne. Non cucinano mai – continuano Coldiretti/Censis  –  l’8,5% di uomini e lo 0,1% di donne.

Il fatto che più di tre quarti delle donne italiane maggiorenni siano ogni giorno alle prese con i fornelli evidenzia che cucinare è ancora una incombenza prevalentemente femminile, e quindi componente costituiva di una persistente e, sinora, invariante distribuzione di ruoli nelle famiglie e nella società. Esiste però – rilevano Coldiretti/Censis  – una mascolinità di nuovo conio che esprime la sua soggettività in termini creativi, di autogratificazione personale nel rapporto con la cucina, con la manipolazione del cibo. In queste attività di svago e autogratificazione i maschi agiscono con grande autonomia, senza vincoli – concludono Coldiretti/Censis  – perché è una modalità attraverso la quale esprimono se stessi. E’ una mascolinità che si esprime anche in altre attività come la cura del piccolo orto familiare da balcone o nel giardinaggio. Sono quasi 7,4 milioni i single italiani che cucinano (98,2%), di questi 4,8 milioni (64,2%) lo fanno sempre e 1,7 milioni (23,6%) lo fanno spesso. “Il boom dei giovani che si mettono ai fornelli conferma il trend che vede oggi in Italia quasi uno studente su quattro scommettere su una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo”,  ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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